“Le nostre scarpe crepitano sopra le foglie ormai secche del bosco. I tronchi degli alberi ci osservano immobili, fieri e algidi. Abbiamo trovato un luogo per caso, il primo rifugio su una mappa di boschi. C’era quel lago di acque limpide, le montagne intorno sono alte, ci abbracciano e ci proteggono dallo sguardo di chi non può capire.
Il rifugio in legno attraversato dal tempo, il crepitio del fuoco nel grande camino della sala, un bicchiere di vino per assopire la nostra irruenza.
Siamo finalmente noi, possiamo respirare la nostra libertà, grossi e profondi respiri verso l’orizzonte che non ci è mai sembrato così terso e splendente.
Siamo finalmente noi, mano nella mano, occhi negli occhi a ubriacarci delle nostre risate, dei nostri baci, delle nostre canzoni.
Siamo un Romeo e Giulietta scampati alla tragedia. Siamo foglie caduche, tronchi che scricchiolano, tessuti che ci avvolgono, fiori che profumano.
Siamo mistero.”
Quando ho pensato a questo shooting avevo in mente le atmosfere dei film di Lynch, i colori tenui dell’ultimo inverno quando la natura non ha ancora schiuso i suoi tesori al mite sole primaverile, le suggestioni misteriose e la poesia delle luci nordiche di molta cinematografia recente. Quando ho coinvolto le altre professioniste che hanno lavorato a questo shooting, ho raccontato la storia di due giovanissimi innamorati che scappano per sposarsi, due novelli Romeo e Giulietta che si addentrano nei misteri del bosco e si trovano sospesi in un luogo lontano da tutto e tutti ma sopratutto altro dalla loro quotidianità.
Il rifugio in un perfetto stile anni 70 è stato il teatro di gran parte del nostro shooting. Il bosco non ancora fiorito e il lago erano la scenografia perfetta per raccontare questa storia d’amore.